
Lautaro come Adriano, 14 gol in Champions League
Lautaro Martinez, capitano dell’Inter, si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera, toccando temi intimi e professionali, tra cui il suo nuovo ruolo in campo, il rapporto con l’allenatore Simone Inzaghi e il suo passato difficile a Bahia Blanca. Con il consueto spirito combattivo, il Toro ha parlato anche della sua continua crescita come giocatore, della sua passione per il gol e di come, nonostante un numero inferiore di reti, stia affrontando la stagione con grande determinazione.

L’autocritica e l’orgoglio per il suo percorso
Lautaro, a proposito del settimo posto ottenuto nella classifica del Pallone d’Oro, ha espresso una certa delusione, pur riconoscendo il suo anno calcistico da protagonista. “Ho fatto un anno importante”, ha dichiarato, “non solo perché sono stato capocannoniere in Coppa America e in Serie A, ma anche per il modo di giocare che ho adottato”. Eppure, nonostante le sue straordinarie performance, ha ammesso di sentirsi talvolta sottovalutato, una riflessione che nonostante tutto non intacca la sua fiducia. “A volte sì, mi sento sottovalutato. Ma i trofei di squadra hanno un peso diverso”.
Un nuovo ruolo in campo: lontano dalla porta
Un aspetto che ha caratterizzato il percorso di Lautaro in questa stagione è il cambiamento nel suo ruolo in campo. Il capitano interista ha spiegato di essere spesso più lontano dall’area avversaria, un cambiamento che ha influenzato inevitabilmente anche la sua cifra realizzativa. Fino a questo punto della stagione, infatti, Lautaro ha realizzato solo sei gol in venti partite, un bottino che rispetto alla scorsa stagione (quando ne aveva segnati quindici allo stesso punto) risulta inferiore. Tuttavia, Lautaro ha sottolineato che non si tratta di una rinuncia al gol, ma di una scelta consapevole per favorire il gioco della squadra. “Sono un attaccante e vivo per il gol”, ha detto, “ma in questo momento mi piace far salire la squadra, aggiungendo un aspetto nuovo al mio gioco”.
L’intesa con Thuram e la crescita collettiva
Una delle chiavi di questo cambiamento è l’intesa con il compagno di squadra Marcus Thuram, che gioca più avanzato. Lautaro ha precisato che non si tratta di una tattica studiata, ma di una naturale sinergia che si è sviluppata tra i due. “Thuram gioca più avanti, ma non è una cosa programmata, è il frutto della nostra intesa”, ha dichiarato il capitano interista, evidenziando il valore di un gioco corale che supera l’individualismo.
L’infanzia difficile e le radici che non dimentica
Oltre alla sua carriera, Lautaro ha voluto aprire il cuore riguardo alla sua infanzia a Bahia Blanca, città argentina che ha segnato la sua crescita personale e professionale. Ha raccontato dei momenti difficili che ha vissuto con la sua famiglia, quando non avevano i soldi per pagare l’affitto e si trovavano a vivere in una casa prestata da amici. “Abbiamo vissuto momenti difficili”, ha ammesso, “non sapevamo nemmeno dove avremmo dormito la sera. Sono cose che ti rimangono dentro, che ti legano ai tuoi familiari e ti fanno crescere come persona”. Lautaro ha sottolineato che quegli anni di difficoltà hanno contribuito a formarlo come uomo e come calciatore, alimentando la sua determinazione a non fermarsi mai.
L’allenatore Simone Inzaghi: un’alleanza fondamentale
Parlando del suo allenatore, Lautaro ha avuto parole di grande stima per Simone Inzaghi, considerato uno degli allenatori più importanti della sua carriera. “Anche lui è sottovalutato”, ha dichiarato, facendo riferimento a come il tecnico non sempre riceva il riconoscimento che merita per il suo lavoro. Lautaro ha spiegato che il segreto di Inzaghi risiede nella sua capacità di pensare come un calciatore, cosa che lo rende particolarmente vicino alla squadra. “Il suo segreto è che continua a pensare come un calciatore, ci capisce e vive le cose come noi”, ha aggiunto il capitano, sottolineando anche l’importanza del suo ruolo nella sua crescita: “Per me è una fortuna doppia, perché lui è stato attaccante, quindi mi lascia la testa libera e mi fa sorridere”.
Il futuro di Lautaro: sempre più motivato a vincere
Nonostante il cambiamento nel suo ruolo e le difficoltà legate a una stagione meno prolifica sotto porta, Lautaro resta più determinato che mai a vincere. “Voglio tutto”, ha dichiarato, ribadendo la sua voglia di successi e l’ambizione che non lo abbandona mai. “Quando inizi a vincere non ti vuoi fermare”, ha concluso, riflettendo sulla sua crescita personale e sull’importanza dei traguardi raggiunti insieme alla squadra.
Tabella riepilogativa: I numeri di Lautaro Martinez
Stagione | Partite giocate | Gol segnati | Assist | Media gol a partita |
---|---|---|---|---|
2023-24 | 38 | 28 | 6 | 0.74 |
2024-25 | 20 | 6 | 4 | 0.30 |
Concludendo, Lautaro Martinez si conferma un leader dentro e fuori dal campo. La sua crescita come calciatore e come uomo è il risultato di anni di sacrifici, di passione e di una continua evoluzione. Il capitano dell’Inter è pronto a proseguire il suo cammino, lontano dall’area, ma sempre al servizio della squadra e dei suoi obiettivi.
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