
Due stelle sul cuore dell'Inter
San Siro capisce, San Siro accarezza, San Siro quasi consola. Il segnale è chiaro quando, poco prima della partita, un tifoso sventola una bandiera cinese in tribuna. O quando, in curva, appare uno striscione con scritto “Grazie Steven,” che sembra quasi un saluto. Un altro giorno è passato e la non notizia stavolta è proprio la notizia: Steven Zhang non è ancora riuscito a trovare una soluzione per evitare l’escussione del pegno sulle azioni dell’Inter da parte del fondo Oaktree. Domani è l’ultimo giorno utile, complice la festività in Lussemburgo che concede altre 24 ore di tempo per la restituzione del prestito da 275 milioni di euro (lievitati di altri 100 milioni per via degli interessi) che altrimenti sarebbe in scadenza oggi.

Poi, mercoledì, l’Inter passerà di mano. A questo punto, per evitare un simile scenario, servirebbe un colpo di scena davvero clamoroso, un gol all’ultimo secondo, per usare una metafora calcistica. Zhang sta provando a segnarlo, ma finora sono solo palloni in curva.
Il tentativo estremo da parte del presidente è il seguente: convincere Oaktree per un’estensione breve del prestito, a tassi più alti rispetto a quelli attuali, di fatto un ponte per poter gestire in prima persona la cessione del club. È la soluzione che Zhang aveva sempre rifiutato, eppure ora è l’unica che gli resta da provare. Ma fin qui, nonostante il lavoro dei suoi uffici legali, nulla di fatto. Anche perché, dal fronte Oaktree, non sembrano rispondere positivamente agli stimoli del presidente nerazzurro. Peraltro, ammesso e non concesso che ci sia ancora margine per un accordo, il comunicato di due giorni fa di Zhang certo non ha contribuito a rasserenare gli animi. Da Los Angeles regna il silenzio assoluto. È, in definitiva, l’attesa di chi sa di avere il coltello dalla parte del manico. Oaktree ha già pronta una dichiarazione per comunicare l’escussione del pegno di mercoledì, a fronte della mancata restituzione del prestito che è stato concesso nell’ormai lontano 2021: “basterà” schiacciare un bottone per rendere ufficiale l’ingresso nell’Inter.
Poi è abbastanza naturale che si andrà verso una battaglia legale, nei tribunali lussemburghesi, lì dove ha sede la Great Horizon, ovvero la società che ha ricevuto il finanziamento tre anni fa. Del resto, questo faceva intendere proprio Zhang con il comunicato di due giorni fa, molto duro nei confronti di Oaktree, accusato di mettere a rischio il futuro dell’Inter. Comunicato nel quale il presidente nerazzurro non ha mai nominato il fondo Pimco, che ufficialmente non compare: era l’istituto al quale si era rivolta Suning per un altro finanziamento da 430 milioni di euro che gli permettesse di riuscire a liquidare Oaktree. Ma tutto si è presto incagliato e qui le versioni divergono. Secondo Suning, perché Oaktree avrebbe fatto ostruzionismo, disturbata dal fatto di non aver potuto incassare subito la famosa clausola del 20% sulla cessione del club. Secondo lo stesso Oaktree, invece, l’accordo con Pimco non sarebbe mai stato realmente chiuso da Zhang. Ma a questo punto la “verità” avrà valore, eventualmente, solo dal punto di vista legale. Contano i fatti.
In ogni caso, questa incertezza sta creando un clima di grande tensione tra i tifosi nerazzurri, preoccupati per il futuro della loro squadra del cuore. La piazza spera in un colpo di scena che possa evitare il passaggio di proprietà, mantenendo la stabilità societaria e consentendo all’Inter di continuare il percorso di crescita intrapreso negli ultimi anni. Tuttavia, il tempo stringe e le soluzioni possibili sembrano sempre meno concrete. Zhang dovrà mettere in campo tutta la sua abilità negoziale per cercare di salvare il club da un destino che pare ormai segnato.
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