Rigore Napoli-Inter che non era rigore

Rigore Napoli-Inter che non era rigore

Rigore Napoli-Inter: non era rigore — questa è la frase chiave che sintetizza la conclusione a cui sono arrivati i vertici dell’AIA dopo la revisione degli episodi avvenuti nella partita Napoli–Inter. In questo articolo tecnico-giornalistico analizziamo in profondità la dinamica del contatto tra Mkhitaryan e Di Lorenzo, la catena decisionale che ha portato all’assegnazione del rigore, il ruolo del VAR, le responsabilità di Mariani e Bindoni, e le possibili conseguenze pratiche sul fronte dei turni arbitrali per le prossime giornate. Il titolo — Rigore Napoli-Inter che non era rigore — viene ripetuto intenzionalmente per ancorare l’analisi tecnica al nucleo della questione.

Rigore Napoli-Inter che non era rigore
Rigore Napoli Inter che non era rigore

Obiettivo dell’articolo: offrire una disamina tecnica, puntuale e documentata delle fasi dell’episodio, con dati organizzati in tabelle, criteri regolamentari applicati, ipotesi di correlazione tra posizionamento e percezione dell’episodio, e raccomandazioni operative per ridurre il rischio di errori simili in future gare.

Analizzeremo prima la cronologia dell’evento, poi la catena decisionale (assistente → arbitro → VAR), il confronto con il protocollo AIA e IFAB, e infine proposte tecniche e formative. AIA e media hanno già dato un giudizio pubblico, ma qui cerchiamo di andare oltre l’opinione per arrivare a una ricostruzione metodica.

Contesto e ricostruzione temporale

L’azione contestata si è verificata al 42′ del primo tempo: un’azione di attacco dell’Inter con inserimento di Mkhitaryan in area del Napoli. A pochi metri, Di Lorenzo entra nella traiettoria e si verifica un contatto tra la gamba di costui e l’avanzata dell’avversario. Dopo circa 8 secondi dall’azione, l’assistente ha segnalato all’arbitro e il direttore di gara ha fischiato calcio di penalty. Il VAR ha poi effettuato un controllo immagine; dopo il check il fischio è stato confermato in campo. La successiva rivisitazione ha portato i vertici arbitrali a concludere che il contatto non era sufficiente per assegnare il rigore.

Dinamica del contatto: descrizione tecnica

L’analisi frame-by-frame mostra che il contatto è avvenuto con una lieve partecipazione della gamba di Di Lorenzo che, al momento dell’impatto, appare allargata — una postura che ha aumentato la percezione di contatto da parte dell’assistente laterale. Tuttavia, la regolamentazione penalizza soltanto il contatto che impedisca chiaramente la progressione dell’attaccante o che sia candidato a falloso secondo la gravità e la natura dell’intervento. In questo caso, la dinamica è stata valutata come un “rigorino”, ovvero un contatto di entità non sufficiente per l’attribuzione di un fallo da rigore.

Il ruolo dell’assistente e l’effetto della posizione

L’assistente laterale (soprattutto quando posizionato su linea) fornisce informazioni fondamentali sull’interpretazione del contatto; tuttavia, la visuale angolata e il movimento del corpo del difensore possono indurre errori di percezione. Nel caso in esame, la segnalazione dell’assistente è stata decisiva: l’arbitro — vicino all’azione ma non con la visuale perfetta — si è affidato al collega e ha fischiato. Successivamente, il monitor del VAR non ha ritenuto necessario correggere la decisione, un fatto che ha reso più grave l’errore quando l’AIA lo ha rivalutato.

Il controllo VAR: tempistiche e responsabilità

Secondo la ricostruzione disponibile, il controllo in sala è stato effettuato e completato senza intervenire per correggere la decisione di campo. È importante sottolineare due punti tecnici: il tempo totale del controllo, e il criterio utilizzato per decidere se suggerire un on-field review o correggere direttamente. La sala VAR ha la responsabilità di intervenire solo in caso di chiaro e ovvio errore; la soggettività di questo concetto è spesso l’elemento critico nelle revisioni più controverse. La AIA ha evidenziato che, sebbene la responsabilità principale sia dell’assistente, anche la sala VAR (in particolare il referente che ha visionato la sequenza) non ha operato come avrebbe dovuto.

Analisi tecnica del movimento

L’esame dei frame permette di isolare il punto d’impatto, la velocità relativa dei due giocatori e l’angolo di apertura della gamba del difensore. In termini di biomeccanica, la gamba di Di Lorenzo presenta un’estensione che aumenta la superficie di contatto; tuttavia, la forza e la direzione del contatto non mostrano elementi sufficienti per interrompere la corsa intenzionale dell’attaccante. Dal punto di vista tecnico, il contatto è quindi minimo e non riconducibile a un atto falloso tale da determinare la caduta o la perdita del controllo del pallone. Questa valutazione è coerente con la linea di giudizio espressa dall’AIA.

Valutazione regolamentare e criteri IFAB

Il regolamento enfatizza la necessità di giudicare la gravità dell’intervento, la posizione del braccio o della gamba, e l’intenzionalità. La definizione di “chiaramente falloso” è la soglia oltre la quale il VAR deve intervenire direttamente. Nel caso oggetto, la soglia non sembra raggiunta: la revisione non ha evidenziato un contatto sproporzionato o una trattenuta evidente. Pertanto, la decisione di campo — seppur errata secondo i vertici AIA — rientra in una zona grigia del regolamento dove l’interpretazione gioca un ruolo centrale. (Panorama)

Cronologia e misurazione temporale del check VAR

Di seguito presentiamo una tabella che sintetizza la sequenza cronologica e le stime temporali collegate all’episodio (i valori sono ricavati dalla visione pubblica dei replay; alcune durate sono arrotondate e indicate come stime tecniche).

EventoMinuto del matchTempo trascorso (stima)Azione
Inserimento di Mkhitaryan in area42′ (1° tempo)0sAvanzamento palla, contatto iniziale
Segnalazione assistente42′~8sAssistente richiama l’arbitro
Decisione in campo42′~10sArbitraggio: fischio e assegnazione rigore
Controllo VAR42′~30–60sSala VAR esegue verifica immagini
Conferma decisione42′~60sVAR non corregge; decisione restata

Posizionamento e angoli di visuale dell’arbitro e assistente

Una misurazione qualitativa dei posizionamento indica che l’arbitro si trovava in una posizione vicina ma con un angolo d’osservazione non perfettamente laterale; l’assistente, invece, ha valutato da una prospettiva che gli ha mostrato un allargamento della gamba del difendente, aumentando la percezione del contatto. In termini pratici, il team arbitrale dovrebbe valutare criteri per ottimizzare i posizionamenti dinamici nelle fasi di ripartenza, onde ridurre i momenti in cui un solo ufficiale fornisce l’input decisivo. L’interpretazione della posizione è fondamentale per la corretta applicazione del regolamento.

Errori umani e bias percettivi nel calcio moderno

Gli errori di percezione possono essere amplificati da bias cognitivi: ad esempio, la tendenza a sovrastimare effetti visivi in situazioni ad alta velocità, o l’effetto contagio quando il collega segnala con fermezza. Nel caso esaminato, l’impatto psicologico di essere reduci da competizioni internazionali (la finale Under 20 in Cile) non riduce la probabilità dell’errore, ma sottolinea che la routine e la fatica possono incidere sulla lucidità decisionale. Il termine responsabilità deve essere quindi inteso in senso organizzativo oltre che personale: migliorare processi, non soltanto punire individui.

Conseguenze disciplinari e gestione dei turni arbitrali

I vertici dell’AIA hanno indicato che Mariani è “il meno responsabile” rispetto all’assistente, mentre Bindoni è risultato più esposto all’errore e quindi maggiormente a rischio di una breve sospensione o panchina. La pratica dei turni (o turnover arbitrale) è lo strumento principale per controllare l’esposizione mediatica e permettere momenti di riflessione e formazione. Nel prossimo turno di campionato, è stato ipotizzato il ritorno in campo di Abisso e Marinelli, protagonisti di un episodio recente in Milan–Fiorentina: anche lì il VAR e l’arbitro avevano discusso su un contatto dubbio. Queste rotazioni sono gestite anche per garantire che la competenza tecnica sia costante su tutta la stagione.

Confronto con episodi recenti: Milan–Fiorentina

Il caso di Milan–Fiorentina (Parisi–Gimenez) è pertinente perché mette a fuoco la discrepanza nella valutazione del contatto e il ruolo determinante del VAR. In quel contesto, la sala (con Abisso come protagonista) ha suggerito un on-field review che ha ribaltato la visione iniziale del direttore di gara. Il confronto tra i casi mostra come la soglia di “chiaro ed ovvio errore” sia applicata in maniera variabile, rendendo necessarie linee guida operative più stringenti e misurabili per uniformare le decisioni.

Proposte operative per il training arbitrale

Per contenere la possibilità di simili errori, suggeriamo alcune misure tecniche e formative:

  • incremento delle sessioni di revisione video con analytics per valutare la visuale e il posizionamento;
  • introduzione di checklist operative per la sala VAR (quando proporre OVR vs. correzione diretta);
  • simulazioni ad alta velocità per allenare i bias percettivi;
  • feedback strutturati post-partita con misurazione degli scostamenti tra decisione e benchmark.

Queste misure puntano a ridurre l’impatto dell’errore singolo e a costruire una cultura della trasparenza e della responsabilità collettiva.

Tabelle tecniche: dati e metriche dello scenario

A seguire due tabelle tecniche che sintetizzano gli indicatori utili per valutare episodi come quello di Napoli–Inter. Le tabelle sono pensate per applicazioni operative nei centri di formazione arbitrale.

Tabella 1 — Indicatori di valutazione dell’episodio

IndicatoreDescrizioneValore stimato (esempio)
Angolo di visuale assistenteAngolo rispetto alla linea dell’azione30°–45° (stima)
Angolo di visuale arbitroAngolo rispetto all’azione10°–25° (stima)
Tempo tra evento e segnalazioneLasso temporale per la prima segnalazione~8 s
Tempo check VARDurata della verifica in sala~30–60 s (stime)
Gravità contatto (score 0–5)Valutazione composita di forza e impedimento1–2 (rigorino)

Tabella 2 — Checklist decisionale VAR (sintetica)

PassoDomanda chiaveAzione raccomandata
1Esiste un chiaro e ovvio errore?Se sì → correzione in sala
2La visuale in campo è ambigu a?Se sì → suggerire OVR
3La dinamica è valutabile in più angolazioni?Se sì → rivedere tutte le angolazioni
4Il contatto impedisce la progressione?Se no → non rigore
5Esiste prova incontrovertibile contraria al fischio?Se sì → correggere

Queste tabelle non sostituiscono il protocollo ufficiale, ma offrono un modello operativo per l’uso quotidiano nella sala e nel post-match review.

Conclusioni e raccomandazioni strategiche

L’episodio di Napoli–Inter e la decisione successivamente criticata dall’AIA evidenziano come la collaborazione tra assistente, arbitro e VAR sia un processo fragile, soggetto a bias percettivi e a limiti tecnici. La raccomandazione principale è duplice: migliorare le procedure e offrire percorsi formativi mirati su posizionamento, lettura dinamica degli eventi e uso delle checklist VAR. La trasparenza delle decisioni — con report tecnici pubblici dopo le revisioni — può inoltre rafforzare la fiducia nel sistema arbitrale.

In termini pratici, è probabile che ci sia una breve panchina (o periodo di rotazione) per Mariani e, in misura maggiore, per Bindoni, come misura disciplinare e formativa. Il ritorno in campo di ufficiali come Abisso e Marinelli nelle prossime giornate è plausibile, in funzione del calendario e dei criteri di rotazione adottati dall’AIA.


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